8 marzo 2019. La storia scritta dalle donne

L’8 marzo le donne di tutto il mondo festeggeranno la giornata a loro dedicata. Un’occasione che non si limita a un mazzo di fiori o a una tenerezza in più, ma porta con sé un messaggio frutto di secoli di battaglie: si può essere la donna che si vuole, si può essere la persona che si vuole. E soprattutto si può arrivare ovunque e raggiungere ogni obiettivo.

Per questo, Bata ha deciso di festeggiare in compagnia di sei donne che hanno cambiato la storia, stravolgendo canoni, pregiudizi e sguardi accigliati.

Iniziamo da una grande signora dalla vita eccezionale: Marie Bata. Moglie del fondatore dell’omonimo brand Tomas Bata, Marie si è distinta attraverso il suo coraggio. Quando infatti la famiglia si trasferì in Canada a causa dell’arrivo dei nazisti, lei decise di tornare nella città morava di Zlin per controllare l’attività di famiglia e proteggere i propri lavoratori senza paura dell’invasore, tanto che nel dopoguerra venne decorata dal movimento della resistenza cecoslovacca.

Un coraggio che ritroviamo nelle nostre altre eroine.

Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. Dicono. E hanno ragione: a permettere lo sbarco sulla luna di Neil Armstrong nel 1969 fu Margaret Hamilton, informatico e ingegnere che sviluppò il software per il programma Apollo garantendo così il successo della missione spaziale. E, a proposito di universo, Samantha Cristoforetti – nata a Milano nel 1977 – è stata la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea ad aggiungere un altro record femminile: quello della permanenza nello spazio in un singolo volo (ben 199 giorni!).

Chi è bella è senza cervello? Non ditelo a Hedy Lamarr, l’avvenente attrice austriaca che, per sfuggire ai nazisti, scappò negli Stati Uniti conquistando Hollywood. Perché accontentarsi delle luci della ribalta? Hedy, ex studentessa di ingegneria, è infatti stata la creatrice con George Antheil di un sistema di guida a distanza dei siluri. Ossia la base del segnale che verrà poi utilizzato per le reti wireless. Rimanendo in tema di genialità femminile, come dimenticare Rita Levi-Montalcini, neurologa e premio Nobel torinese? Una forza della natura che in un’intervista da centenaria disse: “Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”.

Spostandoci dalla scienza alla letteratura, è grazie a una donna incurante dei pregiudizi, Fernanda Pivano, che abbiamo conosciuto in Italia i migliori autori e poeti d’America. Dall’Antologia di Spoon River alla Beat Generation, la traduttrice, scrittrice e critica Pivano ha cambiato la storia della cultura italiana per sempre. Come ha fatto la poetessa Alda Merini i cui versi rimangono appiccicati nel cuore mescolando dolore, ricerca della verità e amore.

Sei donne diverse e appassionate che Bata vuole celebrare per dare spazio a tutte le sfumature di femminilità. Si può andare oltre, creare, indossare ciò che si vuole. Pretendere di essere comode per correre da una conquista all’altra. Si può osare con i colori, mescolare fantasie, perché essere donna significa questo: significa essere tutto.

(Image credit: The Thomas Bata Foundation)

 

 

CONDIVIDI