Ogni tanto mascherarsi fa bene. E qui non si sta parlando di mistificare la propria identità per essere socialmente accettabile, ma del senso di leggerezza e liberazione prodotto da una giornata nella quale possiamo essere qualcun altro, darci una temporanea possibilità di fingerci diversi.
La parola Carnevale ha origine latina da “Carnem levare”, eliminare la carne, in riferimento al banchetto del Martedì grasso che precede il periodo della Quaresima. La tradizione dei festeggiamenti prende spunto da anni ancora più lontani, quando i greci rendevano omaggio a Dioniso e i romani celebravano i Saturnali.
L’occasione fin dai tempi antichi è assai succosa; regala l’opportunità di sovvertire l’ordine costituito e darsi alla pazza gioia con dolci, danze sfrenate e costumi variopinti. Una gloriosa marcia euforica in cui tutto è concesso ma con una rigida scadenza da rispettare.
E gli abiti, in questo particolare frangente, hanno un ruolo fondamentale. Sono lo strumento ideale per calarci in una dimensione parallela e scegliere deliberatamente di essere altro.
Visto che a Carnevale l’illusione deve essere perfetta, Bata vi consiglia tre travestimenti che iniziano dalle scarpe!
Influencer indomita. Nei gloriosi ’90, le top model regnavano indiscusse. Con l’avvicinarsi degli anni ’20 del nuovo millennio, a darci i nuovi comandamenti del fashion system sono loro: le influencer che fanno del match spericolato il loro marchio di fabbrica. La felpa sì, ma solo maxi come un minidress e con le giuste scarpe. I pantaloni della tuta molto bene, ma solo se accostati agli stiletti killer.
Frida, l’artista innamorata. Se c’è una cosa che la pittrice Frida Kahlo ci ha insegnato, è che il colore ha un effetto terapeutico indescrivibile. Le tinte accese dei suoi quadri uscivano fuori dalla tela per impossessarsi di lei, una tavolozza piena di passione. Nonostante i problemi fisici la affliggessero fin da giovanissima, a causa di un incidente stradale, Frida non ha rinunciato a se stessa e al suo stile straordinario che mescola tradizione e modernità. Iconica la corona di fiori che indossava, così come gli stivaletti rossi.
First of all: I’m a lady. Indecifrabili, enigmatiche dietro un sorriso, universalmente studiate: le first ladies sono un caso antropologicamente interessante. Chissà cosa pensano davvero dietro i loro tubini e scarpe eleganti dai toni pastello…