Scene da colloquio di lavoro.
«Si descriva in tre parole…».
«Irritata, terrorizzata e affamata… Ha per caso qualcosa da sgranocchiare?».
Già, eccolo qui il nostro incubo dell’età adulta. Superate le notti in cui si sognava l’esame di maturità, il test dell’università e la laurea, è lui a popolare le ore di riposo come un folletto fastidioso: il colloquio, accessoriato dalle sue improponibili domande esistenziali.
Entusiasti ma non troppo; tono brioso ma attenzione a non avere una voce acuta; mostrarsi equilibrati ma con un piglio di genio e sregolatezza ideale per risolvere i problemi improvvisi.
Conosci te stesso dice la massima iscritta nel Tempio di Delfi, ma quale me stessa piacerà di più al capo delle risorse umane?
Lasciare qualcosa di originale per colpire il segno sembra decisivo e dunque cosa indossare per il fatidico giorno in cui dobbiamo essere un incrocio vincente tra una gioviale protagonista di un musical e Mark Zuckerberg?
Lo stile cambia a seconda del settore nel quale siamo specializzati anche se le barriere della formalità stanno cedendo sempre più; fagocitate da casual friday e fluorescenti startupper poco più che ventenni.
A venirci in aiuto, le nostre immancabili scarpe capaci di dire qualcosa in più su chi siamo e quale direzione vogliamo prendere.
I tacchi sono i benvenuti a patto che la nostra camminata sia fluida e composta: evitare entrate di scena traballanti o cadute rovinose costituisce sicuramente un punto in più.
Procediamo dunque spedite con scarpe comode ed eleganti, in stile preppy dove il gusto androgino incontra particolari ultrafemminili; perfetti anche gli stivaletti con tacco a rocchetto, resi dinamici da un backpack abbinato.
Per l’uomo il segreto sono le stringhe in tutte le loro declinazioni: dalle classiche brogue con inserti vernice alle polacchine fino allo stivaletto un po’ grunge, un po’ “la mia vita è più misteriosa di quanto sembri”.
Vestirsi estrosi sì, ma a patto che non serva per distrarre e che si sappia accompagnare da un’eloquenza altrettanto briosa e speziata.
E mi raccomando; se ci dovessero essere diavoli griffati in circolazione che sbagliano il nostro nome e ci mettono in difficoltà: calma, sangue freddo e una massiccia dose di autostima (o anche solo una barretta di cioccolata nella borsa, per rimettere in moto un po’ di endorfine!). In bocca al lupo!