L’uomo del futuro? È dandy!

“Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio”.

Non le mandava a dire Oscar Wilde con i suoi arroventati e al tempo stesso lapidari aforismi, piccole perle per la conquista di un’eleganza necessaria.

Ed è proprio il celebre scrittore e poeta irlandese a incarnare perfettamente i dettami di quello che fu ed è il dandismo. Il movimento ottocentesco diffusosi tra Londra e Parigi che ricercava la bellezza fino alla sua esasperazione seguendo il motto dell’estetismo dell’arte per il gusto dell’arte.

Ma in cosa si contraddistingue colui che viene definito, molte volte sarcasticamente, “dandy”? Il dizionario Merriam-Webster lo inquadra come “un uomo che dà un’attenzione esagerata a come appare esteriormente”.

In realtà storicamente esso è piuttosto un ripiegamento in risposta alla cultura borghese dell’epoca; l’ultimo canto del cigno di un’antichità ed elitarismo destinato a morire spazzato via del progresso e dai primi passi verso la globalizzazione.

Abiti estrosi, polsini ricamati, scarpe intarsiate, preziosi gioielli non sono altro che un rifugio e un appiglio per non perdere se stessi, la propria individualità ed eredità.

Mai come adesso, il mito dell’eleganza maschile rivive e fiorisce. Un culto della bellezza che, manco a dirlo, inizia proprio dalle scarpe. Bata poteva perdersi un’occasione tanto succulenta? Ovviamente no, e per questa spring-summer offre ai dandy 2.0 calzature che puntano tutto sui dettagli. I mocassini con la nappa dai colori brillanti personalizzano anche i look classici, materiali e toni diversi reinterpretano l’intramontabile derby. Altri segni particolari? Impunture, stringhe e vera pelle made in Italy.

Il mito dandy è stato remixato in chiave pop con la controversa figura del Dandi, il bandito della banda della Magliana protagonista di film e serie tv che non rinunciava ai suoi maglioncini di cachemire e articoli firmati nonostante la sua discutibile vita sregolata.

L’ultima variazione del dandismo è quella che ritroviamo infine nell’opera di Luca Guadagnino, che ha ricevuto la sua consacrazione definitiva con il fortunato “Chiamami col tuo nome”. Il regista non ha tradito la sua vocazione per il bello e si è presentato agli ultimi Oscar con un impeccabile abito decorato su cui era appuntata una spilla tempestata (Wilde avrebbe dato la sua benedizione!).

 

 

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