Ci risiamo, eccovi un’altra volta acciambellate come un gatto sulla poltrona o infilate sotto il piumone a leggere un romanzo e vagheggiare altre vite. Eccovi a palpitare con Madame Bovary e poi arrabbiarvi con lei e dirle: “Basta Emma, il gioco è bello quando dura poco”. E quante volte vi sembra di aver incontrato nella vita vera una simpatica canaglia come il fratello di Anna Karenina? La vita vera, quanto è vera la madre delle sorelle Bennet, che sembra tanto macchiettistica eppure non è così diversa da quella zia alla lontana che si dispiace sempre per i suoi poveri nervi a pezzi.
L’inchiostro a contatto con la carta a volte prende forme inaspettate, crea esistenze che sembrano più reali della nostra e mette in moto azioni mentre noi ancora attendiamo occasioni che dovrebbero arrivare da un momento all’altro eppure sono latitanti. Un libro diventa concreto quando iniziamo a sentire gli odori dei profumi e gli unguenti che provengono dalla toeletta di Anna ed Emma, quando riusciamo a provare il dolore di Rossella O’Hara mentre si fa stringere il bustino, quando tocchiamo le stoffe di un nuovo abito di Jane Bennet.
Le stoffe, i vestiti, le graziose calzature. Perché niente ha lanciato mode come un romanzo (il giovane dolorante Werther con il suo panciotto giallo ne sa qualcosa) e se non ci credete leggete la storia che ricostruisce Fabiana Giacomotti nel suo “La moda è un romanzo”.
Eccovi dunque qualche dritta di moda ispirata alle nostre amate fanciulle di carta.
Mannish come Colette. Colette non ha scritto solo romanzi di successo come “Chéri” ma è riuscita a fare della sua stessa vita un’opera d’arte, a cominciare dai suoi outfit maschili da poco ricostruiti sul grande schermo e indossati da Keira Knightley. Se adesso fosse qui probabilmente applaudirebbe le scelte di stile di Cara Delevigne. Per copiarla, iniziate da un paio di stringate lucide.
Rivoluzionaria come Jo March. Al centro di innumerevoli remake al cinema e in tv, Jo è la protagonista indiscussa di “Piccole donne”: nutre la sua anima di letteratura e non ama trini, merletti e facezie. Ci piace immaginarla in una versione metropolitana con stivaletti stringati o biker boots.
Fatale come Anna. Anna Karenina ha l’allure di una donna elegante e tormentata. Non riesce a passare inosservata in nessuna festa della madre Russia e si imbelletta con cura. Per lei tacchi a spillo e opulenza.